Katzenmacher

La compagnia Katzenmacher viene fondata da Alfonso Santagata nel 1979,con Claudio Morganti, annoverata sotto la dicitura di teatro d’innovazione realizza più di quaranta produzioni con dichiarati riferimenti a grandi autori e classici (i Tragici Greci, Shakespeare, Cervantes, Büchner, Dostoevskij, Pinter, Beckett, Schopenauer ma anche Pietro Gori, Antonio Petito, Eduardo De Filippo, Giuseppe Montesano) o a vicende storiche più o meno contemporanee (il brigantaggio post unitario, le riflessioni dell’anarchico Pietro Gori, le mostruosità delinquenziali, le mafie). Alfonso Santagata è fra i protagonisti riconosciuti del rinnovamento della scena italiana in virtù della capacità di coniugare la sperimentazione di nuovi linguaggi con la tradizione e per la valorizzazione della drammaturgia d’attore. Il lavoro svolto è sottolineato negli anni dagli importanti riconoscimenti per tre volte del premio Ubu e del premio della critica, il premio Girulà a Napoli proprio per uno spettacolo eduardiano.

L’insediamento a Gavorrano, nella sede del Parco Nazionale delle Colline Metallifere, è coinciso con la preziosa fascinazione delle colline metallifere, delle caratteristiche paesaggistiche e della presenza dei siti archeominerari. Sono stati realizzati spettacoli itineranti, al teatro delle rocce ed è stata scoperta la forza espressiva della miniera di Ravi dove sono stati allestito lavori sulla memoria dei minatori, e altri 7 lavori che hanno debuttato al festival delle colline, coinvolgendo realtà locali tipo la banda, complesso di giovani rockettari, cantanti lirici amatoriali. A questa principale connotazione storica abbiamo dedicato lo spettacolo evento Rivolta e Pietas; sul mondo delle miniere e dell’esperienza umana ad esso legata, riferimenti di particolare forza espressiva carichi di richiami ancestrali, per una storia che ha profondamente segnato il territorio e che resta esemplare nelle dinamiche del mondo del lavoro. Le diverse attività di laboratorio hanno incrementato l’interesse del comprensorio non solo alla programmazione ma suscitato processi di arricchimento e attenzione ai fatti di cultura; rivolte a un’utenza non solo giovanile hanno registrato rilevante risultato anche con esperienze di disagio psicofisico, lavoro che è poi approdato alla realizzazione del video documentario Il gran bugiardone sulla figura del Pinocchio.

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